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Sviluppo personale, rispetto

Sul "rispetto"

Ognuno di noi vive la propria realtà, un campo d’influenza più volte identificato dal pensiero moderno come “sfera personale”.

Nell’epoca che noi viviamo, piena di equivoci e di fraintendimenti, è forse opportuno fare una piccola riflessione.

La nostra vita è disseminata di frasi come “se mi vuoi bene, devi…” oppure “ti sei assunto la responsabilità, quindi…” Analizziamo per un attimo i contesti nei quali vengono pronunciate (o sottintese).

Un grande come San Francesco disse che le cose semplici sono le più belle, le più vere; seguiamo il suo suggerimento, puliamo per un attimo la nostra realtà da tutte le costruzioni e le associazioni con la quale l’abbiamo riempita, torniamo all’origine.

Ognuno di noi, è un essere vivo che, attimo per attimo, effettua una serie di scambi con l’ambiente che lo circonda. Possiamo immaginarci come una qualsiasi cellula facente parte di un organismo (la Terra, o l’esistenza intera); una cellula viva e produttiva è quella che interagisce equilibratamente con ciò che la circonda, ma prima ancora è necessario che il suo funzionamento interno sia ottimale.

Si delinea, quindi, la “sfera vitale”, quindi l’insieme degli spazi, delle azioni e delle possibilità di scelta del quale tutti dispongono e sono tenuti a chiamare a tutelare e ad amministrare al meglio delle proprie possibilità.

Amare significa in primo luogo rispettare, e il rispetto non può essere separato dall’accettare una realtà diversa dalla propria.

Ciò vuol dire che ognuno di noi ha dei doveri nei confronti delle persone con le quali interagisce, ed essi rientrano tutti nella sfera del rispetto e dell’accettazione. Oltre a questo, l’essere vivente ha il dovere, primario rispetto a tutti gli altri, di tutelare la propria sfera vitale contro le altrui “invasioni”, tutte motivate da una imperfetta visione dei rapporti fra il “me” e “l’altro”.

In definitiva, costringere una qualsiasi persona a fare o a non fare qualcosa adducendo un proprio bisogno o il rispetto per altri, sia il peggiore dei soprusi.

La nostra cultura però ci ha abituato proprio in questa maniera… E infatti diventa importante ragionare e del valutare con le propria testa.

Come qualsiasi essere vivente anche l’essere umano, ha un insieme di diritti personali inderogabili che dev’essere il primo a rispettare e a far rispettare, per evitare un cattivo funzionamento interno, un disagio generalizzato e, quindi, l’impossibilità di agire e operare in modo ottimale. Senza dimenticarci, delle nevrosi che sorgono sempre più numerose che vengono scaricate dove possibile, cioè sugli esseri più deboli.

Se permettiamo ad altre persone di venire a comandare all’interno della nostra sfera vitale, dopo non ci si può lamentare se le cose non vanno come vorremmo. Assumiamoci la responsabilità delle nostre azioni una scelta apparentemente non fatta è comunque una scelta cioè quella di non agire, e anch’essa porta delle conseguenze. Diventiamo protagonisti della nostra vita senza rovinare quella di chi abita la nostra stessa “dimensione”!

Avere un equilibrio significa fare ciò che si ritiene giusto e avere le stesse forme di rispetto nei confronti di tutti, noi stessi compresi (ricordate il comandamento? “Ama il prossimo tuo COME TE STESSO”).

Per stabilire cosa è giusto dobbiamo innanzitutto conoscere la nostra e rispettarla tanto è impossibile individuare una verità che valga per tutti.

Potrebbe essere utile spogliare la realtà da ogni eventualità, paura o influenza esterna, porsi in armonia con il creato e, solamente in questa condizione di distacco da se stessi, riflettere e “sentire” cos’è la vita e qual è il nostro ruolo in essa.

E’ difficile ma non quanto vivere, senza certezze o, peggio, accontentandosi di quelle altrui.