Sviluppo personale, istinto
Il mio istinto, questo sconosciuto
L’argomento del quale quasi tutti parlano con il piacere è il sesso.
Quando si discute con gli amici capita di confrontare i comportamenti fra il maschio umano che vive in questa società e l’ariete che in disparte studia un gregge di pecorelle.
Questo atteggiamento può essere ritenuto strano e ci si può sentir dire: Ah… Perché, ti ritieni così animale?
In realtà non è che ci si ritiene animali ma siamo animali, come tutti i nostri simili, come te. Scientificamente siamo classificati come Homo Sapiens Sapiens.
Se è vero che discendiamo dalle scimmie non lo possiamo sapere però una cosa è certa: il nostro cervello è composto da strati e il più profondo, il più antico, è quello che viene definito cervello rettile. E’ il responsabile dei nostri istinti e di tante altre funzioni essenziali per la perpetuazione della nostra razza. Se ci pensiamo bene, se non ci fosse l’impulso sessuale, nessuno di noi esisterebbe.
La natura, più la si conosce a fondo, meglio è possibile comprendere e spiegare ciò che succede dentro e intorno a noi.
L’istinto sessuale dell’uomo si differenzia pochissimo da quello della maggior parte degli altri mammiferi. L’elemento che probabilmente ci rende unici è che abbiamo dimenticato chi siamo, ci crediamo separati dalla natura e viviamo poco serenamente il rapporto con gli altri componenti di questa enorme famiglia.
L’origine dei nostri guai e del pianeta è proprio che una razza che non ricorda più chi sia e dove vada, che non riesce a capire il proprio ruolo all’interno di un ecosistema, è sottoposta a uno stress fortissimo che genera disorientamento in misura sempre maggiore.
Il rimedio a questa escalation c’è, ma può essere affrontato solo nella nostra individualità.
Se iniziamo a considerarci come il più alto risultato di un’evoluzione naturale maturata nel corso del tempo, se riusciremo ad accettare ogni nostro impulso vivendolo con serenità, piano piano torneremo al posto che ci compete da sempre, ovvero quello di tutori responsabili e devoti al proprio regno, la Terra nella sua interezza.
Dobbiamo riuscire a superare lo scoglio del potere, che è quella forza nascosta che da sempre ci spinge a considerare noi stessi come un’accozzaglia di errori comportamentali.
Più gli individui di una comunità sono disorientati e in lotta contro se stessi, e più è semplice governarli. E’ la tattica del diversivo: ti fornisco un problema immaginario e mentre lo affronti faccio di te quello che voglio.
Di questi problemi immaginari ne abbiamo un’infinità, perciò dobbiamo fare pulizia ed iniziare a fidarci del nostro percepire, così che la nostra evoluzione possa proseguire in un pianeta più armonioso.